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Un Blue deal europeo per l’acqua

Il 20% del territorio europeo è colpito da stress idrico e quasi dieci milioni di persone in Europa non hanno accesso ad acqua potabile. Nel 2023 il Cese ha lanciato la proposta EU Blue Deal, perché il problema dell’acqua non è solo ambientale, ma coinvolge tutte le politiche europee.

Secondo le stime dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), circa il 20% del territorio europeo è colpito da stress idrico durante un anno medio. Inoltre, quasi dieci milioni di persone nel nostro continente non hanno ancora accesso ad acqua potabile sicura. Questo è inammissibile, poiché l’acqua è una risorsa insostituibile e fondamentale per raggiungere gli obiettivi politici dell’Unione europea.

Il Comitato economico e sociale europeo (Cese) è stato il primo organo dell’Unione a riconoscere la necessità urgente di affrontare la crisi idrica globale e a mettere il tema al centro dell’agenda politica europea. Attraverso la proposta per un EU Blue Deal, un Patto Blu europeo, il Comitato ha promosso una strategia ambiziosa e integrata per rendere la gestione sostenibile dell’acqua una priorità trasversale in tutte le politiche dell’Ue.

Una priorità strategica

La dichiarazione per un EU Blue Deal, presentata nell’ottobre del 2023, illustra 15 principi e 21 azioni concrete per affrontare le sfide legate all’acqua che abbiamo di fronte. L’approccio del Cese è trasversale e include la protezione dei mari e degli oceani, ma il fulcro e la novità del Patto Blu europeo è la tutela dell’acqua dolce e il raggiungimento di una gestione sostenibile delle risorse idriche per la società. Fin dall’inizio, il Cese sostiene la necessità di affrontare i problemi legati all’acqua con lo stesso livello di determinazione riservato alla decarbonizzazione. La politica dell’acqua non può limitarsi a una politica unicamente ambientale; è necessario affrontare la questione in tutte le politiche europee, dall’industria all’agricoltura, dalle infrastrutture e l’edilizia, fino alle politiche sociali e dei consumatori. Il Comitato continua a chiedere il riconoscimento dell’acqua come una priorità strategica e un coordinamento tra i portafogli dei Commissari europei per garantire l’integrazione della resilienza idrica nelle principali politiche europee.

L’appoggio delle Nazioni Unite

Negli ultimi due anni, l’appello lanciato dal Comitato ha ricevuto il supporto di numerosi Stati membri e di altre organizzazioni internazionali come il Comitato Europeo delle Regioni e le Nazioni Unite. Inoltre, moltissimi rappresentanti della società civile, industrie, agricoltori e Ong hanno contribuito a rafforzare il messaggio e spinto la Commissione europea ad agire. Abbiamo ottenuto risultati importanti. Per la prima volta è stata nominata una Commissaria per l’Ambiente, la Resilienza Idrica e un’Economia Circolare Competitiva, Jessika Roswall. Inoltre, la Strategia per la Preparazione Civile e Militare dell’UE e la Visione per l’Agricoltura e l’Alimentazione, pubblicate di recente, riconoscono le sfide legate all’acqua.

Obiettivi da raggiungere

Nonostante alcuni passi promettenti, molti principi e azioni proposte nel Patto Blu europeo devono ancora essere raggiunti. A questo proposito, il Clean Industrial Deal dedica uno spazio marginale all’acqua e questo rischia di essere una mancata opportunità per lo sviluppo di tecnologie innovative. Nelle prossime settimane, la Commissione presenterà la propria Strategia Europea, che si propone di essere l’iniziativa più importante sul tema dell’acqua di questo mandato. Il Cese e tutte le parti interessate hanno aspettative elevate per questa iniziativa, che dovrà avere il giusto livello di ambizione e fornire strumenti adeguati ad affrontare le sfide che l’Europa ha di fronte.

La carenza di dati

Il Comitato continuerà a lavorare per integrare la resilienza idrica in tutti in tutti gli ambiti seguendo un approccio settoriale, per realizzare azioni concrete e necessarie. Uno dei temi chiave riguarda la raccolta dati. In questo momento, in Europa c’è una carenza di dati e di coordinamento sulle pratiche di misurazione rispetto all’uso dell’acqua da parte delle industrie e delle famiglie. In confronto alle politiche messe in atto per misurare il consumo energetico, il nostro continente è fortemente in ritardo sull’acqua. Misurare i consumi è fondamentale per formulare politiche informate.

Inoltre, il Cese ritiene che l’acqua sia fondamentale per la competitività dell’economia europea. L’Ue deve assicurare l’accesso all’acqua pulita e a costi accessibili per tutti, promuovendo al contempo lo sviluppo di un mondo più resiliente alle crescenti sfide. Gli investimenti nelle infrastrutture sono cruciali per contrastare le perdite (che ammontano al 25% del totale in media in Ue), digitalizzare il settore idrico e ottimizzare l’uso delle risorse. Inoltre, il rafforzamento del settore delle tecnologie idriche, nell’ambito delle tecnologie pulite, contribuirà a creare nuovi posti di lavoro e a consolidare la leadership europea.

Il nodo dei finanziamenti

Una strategia globale dell’Ue in materia di acqua necessita di un quadro di finanziamenti altrettanto ambizioso. L’acqua dovrebbe essere riconosciuta come una priorità strategica nel prossimo Quadro Finanziario Pluriennale post-2027. Il Cese sostiene la creazione di un Blue Transition Fund che possa essere usato come punto di accesso unico per gli investimenti idrici a livello dell’Ue, combinando gli investimenti pubblici con finanziamenti innovativi. In aggiunta, l’uso sostenibile dell’acqua e la condizionalità in materia di risorse idriche dovrebbero diventare dei criteri in tutti i fondi dell’Ue, compresi i finanziamenti per la Politica Agricola Comune e i fondi di coesione, facilitando gli investimenti per la transizione del settore.

Il coinvolgimento della società civile e degli esperti in ogni Paese europeo è fondamentale per arrivare all’obiettivo. Le istituzioni europee dovrebbero unire le forze insieme al Cese per stabilire una piattaforma consultiva che coinvolga tutte le parti interessate, per condividere buone pratiche, elaborare misure specifiche per favorire l’efficienza idrica, e promuovere un aggiornamento periodico dei piani d’azione sull’acqua.

 

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