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OCSE: le incertezze geopolitiche rallentano la crescita

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha aggiornato le sue previsioni economiche, delineando uno scenario di crescita globale moderata per il 2025 e il 2026, con l’Italia che si inserisce in questo contesto con prospettive di crescita contenuta.

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha recentemente pubblicato il suo Interim Economic Outlook, aggiornando le previsioni di crescita globale e analizzando le prospettive economiche per i principali Paesi membri. Il rapporto evidenzia una moderata espansione economica per il 2025, con una previsione di crescita del PIL globale del 3,1%, in calo rispetto al 3,3% stimato in precedenza. Per il 2026, la crescita è prevista al 3%.

Fattori di incertezza globale

Il rallentamento delle previsioni è attribuito principalmente all’aumento delle barriere commerciali, in particolare a causa delle politiche tariffarie adottate dagli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump. Tali misure hanno portato a un aumento dei dazi, con conseguenti impatti negativi sul commercio internazionale e sull’attività economica globale. L’OCSE avverte che un ulteriore inasprimento delle politiche protezionistiche potrebbe ostacolare la crescita e alimentare l’inflazione.

Inoltre, l’incertezza geopolitica, inclusi i conflitti in Medio Oriente e in Ucraina, rappresenta un ulteriore rischio per la stabilità economica globale. Eventuali escalation di tali conflitti potrebbero danneggiare le infrastrutture energetiche, influenzando i prezzi e riducendo la fiducia degli investitori.

L’Italia: crescita moderata e sfide interne

Per quanto riguarda l’Italia, le prospettive di crescita rimangono contenute. Secondo le previsioni dell’OCSE, il PIL italiano dovrebbe crescere dello 0,7% nel 2025, con una lieve accelerazione allo 0,9% nel 2026. Queste stime sono state riviste al ribasso rispetto alle previsioni precedenti, riflettendo un contesto economico internazionale più sfidante e dinamiche interne che limitano la ripresa.

Tra i fattori che influenzano la crescita italiana, l’OCSE evidenzia:

  • Condizioni finanziarie restrittive: L’aumento dei tassi di interesse e l’incertezza economica globale hanno reso più costoso il credito, limitando gli investimenti privati e la spesa delle famiglie.
  • Erosione dei redditi reali: L’inflazione elevata degli ultimi anni ha ridotto il potere d’acquisto dei consumatori, influenzando negativamente i consumi interni.
  • Riforme strutturali incomplete: Nonostante i progressi, l’Italia deve ancora attuare pienamente le riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con impatti sulla crescita potenziale a lungo termine.

Tuttavia, l’OCSE sottolinea anche alcuni aspetti positivi:

  • Mercato del lavoro dinamico: Il tasso di disoccupazione è previsto rimanere stabile, indicando una resilienza del mercato del lavoro italiano.
  • Investimenti pubblici: L’attuazione dei fondi europei potrebbe stimolare la crescita, se accompagnata da una gestione efficiente e tempestiva.
  • Settori strategici: Settori come l’industria tecnologica e la transizione verde offrono opportunità di sviluppo, se supportati da politiche adeguate.

Prospettive per le principali economie

  • Stati Uniti: L’OCSE prevede una crescita del PIL dell’1,6% nel 2025, in calo rispetto al 2,8% nel 2024. Il rallentamento è attribuito principalmente alle politiche tariffarie aggressive e all’incertezza derivante dalle battaglie legali relative ai poteri tariffari del presidente Trump. L’inflazione negli Stati Uniti è prevista al 2,8% nel 2025, con un aumento rispetto alle stime precedenti.
  • Eurozona: La crescita del PIL nell’area dell’euro è prevista allo 0,9% nel 2024 e all’1,5% nel 2025. Tuttavia, le previsioni per l’Italia sono più contenute, con una crescita stimata allo 0,7% nel 2025 e allo 0,9% nel 2026. L’OCSE sottolinea che l’Italia ha compiuto progressi nelle riforme strutturali, ma l’attuazione dei fondi del Next Generation EU è in ritardo, con impatti negativi sugli investimenti pubblici. Inoltre, la disoccupazione è prevista al 7,8% nel 2024, con una lieve contrazione al 7,6% nel 2025.
  • Cina: La crescita del PIL cinese è prevista al 4,7% nel 2025, in calo rispetto al 4,8% nel 2024. La Cina sta affrontando una diminuzione delle esportazioni e una crescente incertezza economica interna. Il governo cinese ha introdotto misure di supporto per stimolare l’economia, ma le sfide strutturali rimangono significative.

Inflazione e politiche monetarie

L’OCSE prevede che l’inflazione globale rimarrà sopra gli obiettivi delle banche centrali in molti Paesi nel 2026, inclusi gli Stati Uniti. Nell’area del G20, l’inflazione di fondo è prevista al 3,2% nel 2026, con un aumento rispetto alle stime precedenti. Questo scenario potrebbe influenzare le politiche monetarie, con le banche centrali costrette a mantenere tassi di interesse elevati per contrastare l’inflazione.

Conclusioni

Il rapporto dell’OCSE evidenzia un panorama economico globale caratterizzato da moderata crescita e crescenti incertezze. Le politiche commerciali protezionistiche, le tensioni geopolitiche e l’inflazione persistente rappresentano sfide significative per le economie mondiali. Per sostenere la crescita, l’OCSE raccomanda una cooperazione internazionale più stretta, la promozione di politiche fiscali e monetarie equilibrate e l’attuazione efficace delle riforme strutturali. In particolare, l’Italia dovrà accelerare l’uso dei fondi europei e attuare riforme nel settore della giustizia e dei servizi alle imprese per stimolare l’attività economica.

 

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