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Scuola: la dispersione che preoccupa adesso è quella implicita

I dati Invalsi 2025 fotografano una scuola che non riesce a stare al passo: alla fine delle superiori uno studente su due registra competenze inadeguate in italiano e in matematica. Si riduce la dispersione scolastica, ma calano anche le competenze.

Diminuisce la dispersione scolastica ma diminuiscono proporzionalmente anche gli apprendimenti: la presentazione dei dati Invalsi 2025 che si è appena tenuta alla Camera dei Deputati fotografa una scuola che non riesce a stare al passo: alla fine delle superiori uno studente su due registra competenze inadeguate in italiano e in matematica, alla primaria le competenze in italiano diminuiscono del 2% rispetto al 2019 e in terza media il livello degli studenti del Sud e delle Isole in matematica è del 15,7% sotto la media nazionale . Ma cosa si nasconde dietro questi numeri? Lungi dall’essere un’arida lista di dati, il rapporto Invalsi è una miniera di informazioni utili per capire la scuola, cioè, il futuro della nostra società.

Centrato l’obiettivo PNRR in anticipo

Prima i dati positivi: Invalsi conferma il calo della dispersione scolastica che passa dal 12,7% del 2021 al 10,2%, centrando l’obiettivo PNRR con un anno di anticipo. Sempre più giovani cioè completano gli studi, con effetti positivi su equità e occupabilità. «Merito di Agenda Sud, che sta funzionando egregiamente anche per quanto riguarda la dispersione implicita, quella degli studenti che terminano il percorso scolastico senza aver acquisito le competenze fondamentali previste al termine di tale percorso» spiega Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito che ha commentato i dati a margine della presentazione. «Grazie alle misure di Agenda Sud le scuole più fragili hanno avuto accesso a più docenti, quindi a una maggiore personalizzazione degli apprendimenti soprattutto in italiano, matematica e inglese, più tempo pieno, azioni di supporto psicologico, formazione specifica. Queste e altre azioni hanno permesso di incidere sulle criticità rappresentando un modello anche per gli altri Paesi europei che vedono crescere i dati della dispersione implicita».

Inclusione in crescita, ma il sistema fatica a reggere

Il rovescio della medaglia è un peggioramento delle competenze perché l’inclusività crescente aumenta la complessità e incide quindi sui risultati medi dei test. «Ci sono dati che mostrano come al netto della popolazione immigrata alcune scuole del sud hanno competenze in italiano maggiori che al nord» continua Valditara. «La sfida è portare al passo gli studenti che partono dall’alfabetizzazione e per questo abbiamo previsto per il prossimo anno scolastico l’assunzione di mille docenti specializzati nell’insegnamento dell’italiano agli stranieri e, con Agenda Nord, l’attuazione di misure specifiche per prevenire ovunque la dispersione implicità».

Crollo alle superiori, si salvano solo le competenze digitali

Il quadro più critico riguarda le scuole superiori. Nelle seconde classi, solo il 62,4% degli studenti raggiunge la sufficienza in italiano e il 53,7% in matematica, in quinta i dati sono rispettivamente del 51,7% e del 49,2%, il risultato peggiore degli ultimi anni. L’unico dato positivo riguarda le competenze digitali misurate per la prima volta: nelle aree di indagine (Comunicazione e Collaborazione, Alfabetizzazione, Sicurezza, Creazione di contenuti digitali), i nostri studenti si collocano nei livelli intermedio e avanzato e le differenze territoriali sono meno marcate. Ovvio risultato della pervasività del digitale soprattutto per i giovani.

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