Leggi la rivista online
Leggi la rivista online

5 domande a Michele Lanzinger

Lei ha ottenuto la direzione del Museo Tridentino di Scienze Naturali nel 1992, a soli 35 anni. Cosa ricorda di quella prima esperienza?

Ricordo l’entusiasmo e la mia voglia di fare. Era stato l’esito positivo di una mia scelta fatta pochi anni prima di “resistere” alla tentazione del posto universitario, avevo vinto una posizione permanente di ricercatore, ma avevo preferito rimanere proprio perché convinto moltissimo nelle potenzialità dei musei. Già allora si parlava di ecomusei, che ci hanno insegnato i principi della partecipazione delle comunità. Per via di una mia precedente esperienza professionale come presidente di una cooperativa di archeologici ero già interessato ai temi del management e del marketing, ereditavo inoltre un museo che si era già caratterizzato per una precisa anima ambientale. Tutto questo invitava a elaborare una mission innovativa che, con qualche buon studio e una costante attenzione a quello che accadeva attorno a noi, e non limitatamente allo scenario nazionale, permetteva di prefigurare e avviare la rilettura della mission e l’elaborazione di nuove proposte. Su tutto, la possibilità di aver potuto operare con una prima squadra di coetanei, tutti molto motivati, che la Provincia Autonoma di Trento ci permise di costruire. Da allora lo stile è quello della squadra, compiti e responsabilità condivisi, al di là di gerarchie e imposizioni formali.

Oggi i musei sono organismi molto più complessi rispetto al passato. Oggi cosa significa dirigere un’istituzione museale?

Amo ricordare che quando arrivai all’allora Museo Tridentino di Scienze naturali, era il 1988, eravamo 23 persone delle quali solo tre laureate. Ora siamo in oltre 250 di cui 150 laureati, per contare solo quelli in discipline scientifiche. Oggi lo stile di leadership, di management, di project e product design (uso appositamente questi termini non certo specifici della museologia), sono modalità che abbiamo voluto sviluppare al nostro interno e ora caratterizzano il nostro stile operativo insieme al concetto di responsabilità e partecipazione dei nostri teamwork. Questo ci permette di trovare una giusta armonizzazione tra i criteri della programmazione con le sue tradizionali sequenze di strategia, programmi e progetti e gli elementi caratteristici dell’approccio “agile” con le sue fasi di focalizzazione sul perché dei progetti e per chi, la prototipazione con collaudi e infine l’esecuzione. Questo approccio vale soprattutto per le iniziative educative, i programmi per il pubblico e le mostre, per le quali sapere come intercettare gli interessi e il livello di apprezzamento da parte dei nostri interlocutori è fondamentale. Ovviamente non si riesce in questo breve testo a riportare la complessità di un museo che tratta visitatori dai 0 ai 99 anni, pubblica su Nature e si adopera per lo sviluppo locale anche intercettando rilevanti istanze economiche. Abbiamo ben presente il concetto di accountability e dal 2012 pubblichiamo annualmente sul sito www.muse.it, che negli anni chiamato Bilancio di sostenibilità e ora Bilancio di Missione.

Tra le varie attività che Lei conduce come studioso e manager in ambito culturale, c’è quella di Presidente di ICOM Italia ( www.icom-italia.org ), tra i cui obiettivi c’è quello di sostenere lo sviluppo di una comunità di professionisti museali. Non crede che la valorizzazione e la tutela dei lavoratori in ambito culturale sia sempre un po’ ai margini delle politiche del nostro Paese? 

Amo dire che, nel caso dei musei, le politiche del nostro Paese siano più solite misurare i piedi che entrano nei musei diviso per due e non i cuori o i cervelli. Come a dire che siamo presi in considerazione, se il caso, come soggetti economici e molto meno come soggetti culturali. Come ICOM siamo molto impegnati nel sostenere il riconoscimento delle professioni museali, basti pensare alla carta nazionale delle professioni museali del 2005 e della sua revisione del 2017. Ma è nella messa in pratica che emergono i problemi, ovvero l’adozione di profili contrattuali adeguati agli incarichi e il sistematico sotto dimensionamento rispetto alle funzioni effettivamente svolte. Eppure esistono profili contrattuali ben determinati, basti pensare a quelli proposti da Federculture, ma troppo spesso nella contrattualistica, anche nel settore pubblico, si opta per profili non congrui e con profili economici inadeguati. ICOM si è posto il compito di vigilare su questa situazione ma l’Associazione non ha titolo per operare diversamente se non nell’esprimersi pubblicamente in modo critico su queste situazioni. 

Il patrimonio museale italiano è vasto e costituito soprattutto da piccoli musei che non dispongono spesso di risorse adeguate. La cronaca di questi giorni riporta la notizia dell’ennesimo museo che cerca un nuovo direttore scientifico, con un mandato di tre anni a titolo gratuito. Non pensa sia scoraggiante?

Ciò che si chiede ai musei oggi è diverso da quello che era considerato sufficiente un tempo, non basta tenere una collezione più o meno aperta al pubblico. Al museo oggi si chiede di operare come un vero e proprio hub di riappropriazione culturale ai sensi della Convezione di Faro con e per le proprie comunità; di essere impegnati in percorsi di accessibilità e di cultural welfare; di svolgere funzioni educative; di concorrere al brand territoriale … Per questo la figura del direttore di museo è diventata fondamentale e, non a caso, deve possedere una pluralità di competenze. Senz’altro quelle disciplinari dal momento che il museo deve poter esprimere la propria potestà culturale sul patrimonio conservato, ma anche di governance e di promozione.

I cosiddetti piccoli musei sono una risorsa fondamentale del patrimonio culturale italiano. Il più delle volte sono di proprietà e gestiti da amministrazioni civiche a loro volta “piccole” e le risorse sono sistematicamente scarse. Il museo deve puntare a degli standard minimi di performance altrimenti la sua stessa esistenza può essere messa in discussione. Per quanto sopra detto non si fa riferimento alla sola questione dei visitatori, ma al complesso di funzioni di cui si è fatto sopra cenno. Il volontariato culturale che è una categoria assolutamente rilevante soprattutto nei settori sociali e culturali, ma non può certamente sostituirsi alla professionalità oggi necessaria per condurre queste risorse. Il problema è dunque quello di individuare sistemi adattativi capaci di portare a standard le gestioni distribuite che, lasciate a sé stesse, faticano a raggiungere tali soglie. Da tantissimo tempo la soluzione individuata è quella delle reti o dei sistemi territoriali, soluzione che permette di disporre di direttori, ricercatori, tecnici, servizi educativi, servizi turistici di rete, permettendo l’ottimizzazione assieme alla professionalità del servizio offerto. Il volontariato ovviamente può utilmente affiancarsi a questo approccio, diventando a pieno titolo una risorsa non solo in termini di servizi, ma anche di partecipazione attiva delle comunità e non sostitutivo delle necessarie professionalità per condurre tali azioni.

Il nuovo Muse ha compiuto dieci anni. E’ soddisfatto?

Molto. Sopra abbiamo ricordato i tanti elementi che concorrono a definire l’intera operazione Muse come un’impresa di successo. Ora, più che guardare al passato, è opportuno riflettere su quali siano le minacce e le opportunità che il museo dovrà affrontare per i prossimi dieci anni. Non credo che si possano inserire in una strategia di medio-lungo termine i tanti elementi di rischio esterni allo specifico gestionale del museo. Qui intendo eventuali nuove situazioni tipo COVID, questa volta superate grazie alla copertura de finanziamenti pubblici, o situazioni macroeconomiche e politiche esterne e il progressivo emergere degli impatti socio economici legati alla crisi climatica. Per quanto riguarda il funzionamento della macchina museo, il permanere in questi anni dell’affetto e della frequentazione dei pubblici ci induce a pensare che le modalità di rapporto con i frequentatori e i costanti  miglioramenti e cambiamenti dell’offerta permetteranno al museo di rimanere un soggetto rilevante per il nostro territorio, sia di chi deciderà di visitarci  come “escursionista”, ovvero con noi come destinazione unica, oppure come “turista” con il museo come elemento qualificante l’offerta turistica territoriale. Stessi ragionamenti per il comparto educativo, il cultural welfare e il nostro contributo alla ricerca scientifica. Quello che mi soddisfa di più, tuttavia, è l’ottimo livello professionale e umano del team museale, la vera condizione sotto la quale qualsiasi impresa ha la possibilità di svilupparsi e prosperare.

I più letti della settimana

La bioeconomia vale oltre 3mila miliardi. L’Italia protagonista

La bioeconomia supera i 3mila miliardi di euro in Europa e si conferma uno dei motori della transizione sostenibile. L’Italia gioca un ruolo di primo piano con un contributo del 14% soprattutto in agricoltura, packaging e ricerca. Un settore in espansione che intreccia innovazione, sviluppo territoriale e sfida ambientale.

La “grande bellezza” secondo Donald

La legge di bilancio per il 2026 della nuova amministrazione USA sta sollevando tantissime discussioni. Al di là delle incognite legate all’intervento militare in Iran, la manovra di Trump genererebbe un aumento del deficit federale di 2,4 trilioni di dollari, implementando una politica economica regressiva. Che potrebbe allargarsi a tutto il resto del mondo.

Coniugare sviluppo economico e natalità: la nuova sfida delle imprese è il Family Index

Arriva uno strumento che misura scientificamente l’impatto del welfare aziendale sulla natalità e il benessere familiare. Non solo per combattere le disuguaglianze di genere che mettono all’angolo le lavoratrici con bambini piccoli, ma anche per risollevare le sorti economiche di un Paese che invecchia.

L’estate rovente dei prezzi

Mentre l’Istat certifica che a giugno il tasso di crescita dei prezzi del “carrello della spesa” aumenta (+3,1% da +2,7%) e l’inflazione sale all’1,7%, per effetto delle tensioni registrate sui prezzi dei beni alimentari, lievitano anche i costi per le vacanze. Voli, pedaggi autostradali e centri estivi…

Yoga e Lavoro: come ritrovare equilibrio e benessere anche alla scrivania

Migliaia di persone hanno celebrato la Giornata Internazionale dello Yoga a Milano, testimoniando il potere di una disciplina millenaria che oggi trova spazio anche in ufficio. In un’epoca di stress cronico e posture sbagliate, lo yoga è un alleato prezioso per migliorare concentrazione, postura e benessere mentale, anche da seduti. Ecco due esercizi semplici e accessibili per aiutare a liberare tensioni e rigenerare corpo e mente.

Argomenti

La bioeconomia vale oltre 3mila miliardi. L’Italia protagonista

La bioeconomia supera i 3mila miliardi di euro in Europa e si conferma uno dei motori della transizione sostenibile. L’Italia gioca un ruolo di primo piano con un contributo del 14% soprattutto in agricoltura, packaging e ricerca. Un settore in espansione che intreccia innovazione, sviluppo territoriale e sfida ambientale.

La “grande bellezza” secondo Donald

La legge di bilancio per il 2026 della nuova amministrazione USA sta sollevando tantissime discussioni. Al di là delle incognite legate all’intervento militare in Iran, la manovra di Trump genererebbe un aumento del deficit federale di 2,4 trilioni di dollari, implementando una politica economica regressiva. Che potrebbe allargarsi a tutto il resto del mondo.

Coniugare sviluppo economico e natalità: la nuova sfida delle imprese è il Family Index

Arriva uno strumento che misura scientificamente l’impatto del welfare aziendale sulla natalità e il benessere familiare. Non solo per combattere le disuguaglianze di genere che mettono all’angolo le lavoratrici con bambini piccoli, ma anche per risollevare le sorti economiche di un Paese che invecchia.

L’estate rovente dei prezzi

Mentre l’Istat certifica che a giugno il tasso di crescita dei prezzi del “carrello della spesa” aumenta (+3,1% da +2,7%) e l’inflazione sale all’1,7%, per effetto delle tensioni registrate sui prezzi dei beni alimentari, lievitano anche i costi per le vacanze. Voli, pedaggi autostradali e centri estivi…

Yoga e Lavoro: come ritrovare equilibrio e benessere anche alla scrivania

Migliaia di persone hanno celebrato la Giornata Internazionale dello Yoga a Milano, testimoniando il potere di una disciplina millenaria che oggi trova spazio anche in ufficio. In un’epoca di stress cronico e posture sbagliate, lo yoga è un alleato prezioso per migliorare concentrazione, postura e benessere mentale, anche da seduti. Ecco due esercizi semplici e accessibili per aiutare a liberare tensioni e rigenerare corpo e mente.

La previdenza complementare mette le ali

Nel 2024 le risorse gestite dai fondi pensione e dalle casse ammontano a 243,4 miliardi di euro. Oltre l’11% del Pil italiano. E' quanto emerge dalla relazione annuale Covip, che sottolinea la necessità di semplificare e razionalizzare il sistema dei controlli.

Non solo PoliMi. L’Italia cresce nei ranking universitari globali

Il Politecnico di Milano è 98esimo posto del QS World University Rankings, la prima volta per un ateneo italiano nella Top100. Ma crescono anche Sapienza, Bologna e Padova, segno di un sistema universitario in miglioramento nonostante le difficoltà.

Che cosa c’è dietro il job hopping?

Non è solo instabilità: cambiare spesso lavoro rivela un desiderio di equilibrio e realizzazione personale. Il fenomeno del Job Hopping è in crescita tra Millennial e Gen Z e sfida i modelli tradizionali del mercato del lavoro italiano.
spot_img

Correlati

Categorie Popolari

spot_imgspot_img