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L’Italia chiama ingegneri e architetti

Il mercato immobiliare sta crescendo. Finalmente. L’ufficio studi di Tecnocasa, leader europeo del franchising immobiliare, segnala una crescita degli acquisti per investimento del 19% rispetto all’anno precedente, una percentuale tra le più alte dal 2012. Fa eco Gabetti che per il primo quadrimestre del 2025 registra in Italia 2,6 miliardi di euro di investimenti corporate, un volume in aumento del 40% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Di conseguenza, anche in ambito edilizio i dati sono in crescita: Euroconstruct, la rete di istituti di ricerca che fornisce previsioni sul mercato delle costruzioni, segnala una ripresa ancora leggera, appena lo 0,6%, ma destinata ad aumentare nei prossimi anni. Più ottimistiche le previsioni del comparto opere pubbliche, + 16%, un’accelerazione dovuta alla realizzazione dei progetti PNRR visto che tra il 2025 e il 2026 bisognerà rendicontare circa 54 miliardi di euro di investimenti.

SERVONO COMPETENZE IBRIDE PER L’EDILIZIA DEL FUTURO

Tutto questo si traduce nella ricerca di figure professionali perché in seguito alle previsioni di crescita di tutto il comparto, entro il 2028, secondo Unioncamere, l’occupazione nel settore passerà da 238mila a 722mila unità. Tra le figure apicali non si cercano però i classici ingeneri, architetti e tecnici, la preparazione che si richiede adesso è ibrida. «Devono essere in grado di coniugare competenze classiche del settore con tecnologie avanzate, servono expertise in big data, intelligenza artificiale, Building Information Modeling e progettazione sostenibile» spiega Erika Giovaruscio, CEO di Netrais, azienda leader nella rigenerazione urbana con un vasto piano industriale di sviluppo per il prossimo triennio. «Noi per esempio, che ci occupiamo di trasformare immobili obsoleti e di grandi dimensioni in abitazioni frazionate, cerchiamo proprio competenze ibride, che uniscano tradizione edilizia e nuove tecnologie, come la realtà virtuale per personalizzare i nuovi ambienti abitativi».

UN GAP DI COMPETENZE GREEN E DIGITALI

La crescita del settore porta con sé anche l’adozione di soluzioni a basso impatto ambientale ma c’è un gap di competenze green e smart da colmare. «La formazione continua e la riconversione professionale dei lavoratori, per potenziare l’occupabilità, sono fattori chiave, assieme a nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato» dichiara Riccardo Bombelli, Coordinatore della Commissione Tecnologia e Innovazione di ANCE Lombardia. «L’edilizia è uno dei settori in cui sarà necessario predisporre strategie di sviluppo di competenze green e digitali specifiche, mediante anche la formazione di giovani e di nuove figure, sia per provvedere al ricambio generazionale, sia per mantenere le imprese competitive all’interno di un mercato dinamico e innovativo».

 

 

 

 

 

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