Manifestazioni, blocchi stradali e roghi nelle piazze. La protesta degli agricoltori, arrivati da tutta Europa davanti alla sede del Parlamento europeo a Bruxelles, per protestare contro la Politica agricola comune (Pac) e il Green Deal, ha spinto la Commissione europea a fare dietro front sulla proposte legislativa sui pesticidi e a proporre una serie di deroghe per il 2024 alle norme della politica agricola comune che li obbligano a mantenere determinate aree non produttive. La proposta della Commissione è una prima risposta politica per affrontare le preoccupazioni sul reddito degli agricoltori, ma anche un fragile di equilibrio tra l’offerta di aiuti previsti dalla Pac e la protezione della biodiversità e della qualità del suolo. Per ricevere il sostegno della Pac, infatti, gli agricoltori devono rispettare una serie rafforzata di standard per l’ambiente e il clima. Un principio di condizionalità che si applica a quasi il 90% della superficie agricola utilizzata nell’Ue e che svolge un ruolo importante nell’integrazione delle pratiche agricole sostenibili. Le aziende agricole con meno di dieci ettari di terreno coltivabile sono generalmente esentate dell’obbligo di mantenere il terreno incolto o improduttivo sul 4% dei loro seminativi, ma dopo le proteste che hanno messo a ferro e fuoco Bruxelles la Commissione ha deciso di scendere a patti, offrendo la possibilità a tutti gli agricoltori dell’Ue di essere esentati da questo requisito e di continuare ad avere diritto al pagamento diretto di base della Pac.