E se Amazon diventasse un avvocato?

L’attuale fase di trasformazione del mercato dei servizi legali, valutato oltre un trilione di dollari a livello globale, rivela una tendenza crescente alla concentrazione. Storicamente frammentato, questo settore vede alcuni operatori emergere con quote di mercato più ampie. Grandi studi legali internazionali, rappresentano chiari esempi di questa tendenza, avendo costruito reti internazionali attraverso numerose fusioni e acquisizioni: l’ultima è quella tra Allen&Overy e Shermann & Sterling, che creerà un colosso da quasi 3,5 miliardi di euro di fatturato, con 3.900 avvocati presenti in 29 paesi.

La sensazione che questa fusione, oltre a essere una delle più grandi della storia, sia solo la prima di una serie di altre che arriveranno e che, quindi, segni una tendenza ormai chiara alla concentrazione è forte; a ben vedere, più che una sensazione è la conseguenza naturale dei cambiamenti in atto nel mondo della professione legale. 

Il dominio anglosassone

Per il momento il cambiamento appare catalizzato dai grandi studi legali anglosassoni, la cui leadership nelle operazioni straordinarie a livello globale ha determinato la graduale standardizzazione delle prassi legali e documentali. Tali influenze superano i confini del common law, permeando anche i sistemi di civil law: esempi tangibili sono presenti in ambito M&A, dove il contenuto e la forma della documentazione di acquisizione varia di poco al variare delle giurisdizioni interessate, ma anche nella finanza, si pensi ai contratti di finanziamento o ai processi di emissione dei bond o di cartolarizzazione; sempre di più il mondo degli affari chiede processi uniformi e documentazione standardizzata, a prescindere dalla tipologia degli ordinamenti nei quali opera.

L’armonizzazione del diritto

In parallelo, assistiamo agli effetti di una crescente uniformità delle fonti normative; anche questa tendenza rispecchia le esigenze di un mondo degli affari sempre più globalizzato. Un ruolo chiave è svolto sia dall’Unione europea, le cui direttive hanno spinto una costante armonizzazione delle legislazioni in molti ambiti, sia dalle istituzioni sovranazionali, si pensi alla Banca centrale europea, e da tutti quegli organismi, pubblici o meno, che parimenti promuovono gli stessi obiettivi. Tra questi, l’Unidroit, Istituto internazionale per l’unificazione del diritto privato: un’organizzazione internazionale che persegue l’armonizzazione del diritto internazionale privato e nel 2015 conta 63 Stati membri.

L’impatto dell’AI

In aggiunta, la tecnologia sta rivoluzionando la professione molto più velocemente di quanto non si potesse prevedere anche solo un anno fa. Strumenti di intelligenza artificiale (AI) come ChatGPT stanno trasformando sia l’accesso alla conoscenza legale – rendendola facilmente disponibile – sia la produzione documentale. Chi ha sperimentato piattaforme di automazione documentale come Contract Express e Legal Robot non avrà difficoltà a coglierne il potenziale impatto, e chi ha visto i video di presentazione di Copilot di Microsoft 365, che combina di intelligenza artificiale avanzata con gli attuali strumenti a disposizione dei professionisti come Outlook, Word, Excel e Powerpoint, probabilmente è rimasto impressionato. Un documento, anche complesso, si crea con una semplice istruzione.

Con l’evoluzione tecnologica, stanno cambiando anche le competenze necessarie; occorre essere in grado di dare istruzioni alla macchina, e dalla qualità dell’input dipenderà la qualità dell’output. Oltre agli avvocati, gli studi legali necessitano quindi di esperti in tecnologia, dati e processi organizzativi. A complicare maggiormente il quadro, ci sono le grandi società di consulenza, che rispondono a questa fase di trasformazione integrando servizi legali con competenze professionali diverse, in ambito finanziario, consulenziale, tecnologico e di processo e disponendo, in ragione delle loro dimensioni, di maggiore capacità di investimento.

Aspettando Amazon

Prevedere che questa straordinaria convergenza di fattori possa favorire, se non addirittura determinare, una crescente aggregazione nel mercato dei servizi legali non appare arduo. In un contesto in cui standardizzazione, investimento in tecnologia e accesso a un pool di talenti più ricco diventano imperativi, le organizzazioni professionali hanno necessità di accedere a maggiori risorse finanziarie per sostenere investimenti, crescita e capacità di attrarre i talenti. E sarà proprio la misura delle risorse finanziarie disponibili a determinare il successo nel mercato dei servizi legali; un mercato che sempre più comincia a mostrare le tendenze proprie dei mercati dei beni di consumo, e nel quale cominciano ad affacciarsi investitori istituzionali, anche di private equity. Non è da escludere, inoltre, che attuali outsider del mondo delle professioni, si pensi alle grandi tech companies (Amazon, Google), decidano esse stesse di entrare in gioco, con un processo inverso di attrazione di talento professionale verso tecnologia e capitali.

L’evoluzione del mercato dei servizi legali appare quindi essere al contempo una minaccia o una grande opportunità. Avere chiaro il quadro dei cambiamenti in atto per poterlo gestire è cruciale: gli studi legali capaci di adattarsi e sfruttare queste tendenze emergeranno come protagonisti in questo panorama in evoluzione. Al contrario, un atteggiamento passivo o la resistenza al cambiamento poteranno alla marginalizzazione: un rischio concreto per i singoli professionisti, per gli studi professionali e per tutta la categoria.

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