Rivoluzione Z

Reclamano giustizia sociale, lavoro e dignità. Non hanno leader né bandiere. Il loro megafono sono i social network dove si condividono parole d’ordine e organizzano flash mob, si diffondono codici e simboli comuni. Dal web alle piazze la rivolta dei giovani tra i 15 e i 25 anni scuote il Sud del mondo e si allarga in tutta Europa. Italia compresa, dove la Gen Z conta 8,6 milioni di nativi digitali, cresciuti nella precarietà, senza fiducia nelle istituzioni e senza lavoro. Un’onda d’urto che nasce da una frattura generazionale e rischia di trasformarsi in una frattura politica, travolgendo modelli e sistemi sociali. Con il sogno di trasformare la rabbia in proposte collettive e durature. La generazione Z conquista la storia di copertina del nuovo numero de il Libero Professionista Reloaded, con un’analisi approfondita che ha coinvolto scrittori, sociologi ed esperti del mercato del lavoro. In primo piano spicca la manovra di bilancio all’esame del Parlamento, cui viene dedicato l’editoriale del presidente Natali; mentre tra gli altri servizi in evidenza segnaliamo: l’indagine dell’Osservatorio delle Libere Professioni sul rapporto tra Pubblica Amministrazione e professionisti; il focus di Itinerari previdenziali sui redditi professionali e il dibattito sulla genitorialità, che comincia a prendere piede anche in Parlamento.