Il treno verso un’Europa più resiliente, competitiva e sostenibile, invocata dalla Commissione europea, ha accumulato un ritardo che «mina la nostra indipendenza, la nostra sovranità e il nostro modello di società». Energia, digitale, difesa e spazio sono i settori critici, nei quali l’Europa sconta gravi lacune rispetto ai agli Stati Uniti e Cina, che mettono a rischio il futuro dell’autonomia strategica europea. L’allarme del Comitato economico e sociale europeo (Cese) è stato al centro della riunione della Commissione Consultiva per le Trasformazioni Industriali (Ccmi), che si è svolta l’8 aprile scorso a Bruxelles e ha visto la partecipazione del presidente di Confprofessioni e delegato Ccmi, Gaetano Stella. «A causa della massiccia carenza di investimenti rispetto ai nostri concorrenti, l’Ue ha uno scarsissimo controllo sulle filiere industriali interessate e non può vantare nessuna leadership geostrategica», sottolinea il Cese, che punta il dito contro «l’intenzione dell’Ue di tornare a un rigoroso controllo della spesa pubblica». Serve dunque un cambio di passo per garantire la sicurezza energetica e investire risorse in infrastrutture; una maggiore autonomia nello sviluppo delle tecnologie digitali; un maggiore coordinamento per mantenere alta la competitività dell’industria spaziale; infine, garantire la fornitura di sistemi di difesa e la sostenibilità della base tecnologica e industriale.