Editoriale – Marzo 2024

«Il sistema sanitario nazionale soffre di una crisi sistemica e non garantisce più alla popolazione un’effettiva equità di accesso alle prestazioni sanitarie». La diagnosi della Corte dei Conti sullo stato di salute del Ssn è drammaticamente impietosa nella sua fredda analisi su un servizio pubblico che da troppi anni sembra aver abdicato al diritto fondamentale di ogni cittadino alla salute, garantito dalla Costituzione. Una ferita aperta che dopo l’emergenza pandemica non si riesce più a rimarginare. Quattro milioni di italiani hanno rinunciato alle cure sanitarie per motivi economici, ma sempre più spesso sono le interminabili liste d’attesa a scoraggiare il ricorso a visite specialistiche, accertamenti diagnostici e interventi chirurgici. Insomma, la sanità appare sempre più un bene di lusso che incide sensibilmente sui bilanci delle famiglie e chi può si affida alla sanità privata, con una spesa out of pocket che ha raggiunto i 40 miliardi di euro.

Il diritto alla salute dei cittadini è un principio inalienabile che – sotto un certo profilo – richiama il ruolo e il senso di responsabilità delle parti sociali anche e soprattutto nella tutela e nel benessere dei lavoratori. In questo ambito, gli studi professionali rappresentano la punta più avanzata del welfare nel panorama della contrattazione collettiva nazionale. Nel corso degli anni, la bilateralità di settore è riuscita a costruire una solida rete di prestazioni sanitarie integrative (ricoveri e interventi chirurgici, visite specialistiche, accertamenti diagnostici, gravidanza, cure odontoiatriche, trattamenti fisioterapici, check-up di prevenzione…) per sostenere la crescente domanda di salute di dipendenti e datori di lavoro. Un impegno che oggi, con il rinnovo del Ccnl degli studi professionali, trova un nuovo slancio con l’estensione delle coperture sanitarie anche ai familiari dei dipendenti e con il debutto della giornata della prevenzione. Una piccola goccia per garantire alla popolazione degli studi professionali l’accesso alle prestazioni sanitarie.

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Gaetano Stella
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Presidente di Confprofessioni.

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