Raggiunta l’intesa sull’ipotesi di rinnovo del Ccnl studi professionali tra Confprofessioni e le organizzazioni sindacali del settore. Welfare, formazione e una disciplina aggiornata del mercato del lavoro i punti di forza di una piattaforma contrattuale che spinge sull’innovazione. E valorizza il capitale umano.
Prima l’emergenza Covid, poi il conflitto tra Russia e Ucraina e, quindi, l’instabilità geopolitica ed economica che ha infiammato la corsa dell’inflazione. Il rinnovo del Contratto collettivo nazionale degli studi e delle attività professionali ha attraversato un lungo e travagliato periodo di incertezza durato cinque anni. Una vacanza contrattuale durante la quale il numero di liberi professionisti è sceso di 76 mila unità (-5% tra il 2018 e il 2022). Un declino costante che si incrocia pericolosamente con la scarsa propensione dei neolaureati verso la libera professione e che getta inquietanti ombre sulla tenuta previdenziale del sistema professionale italiano.
In questa cornice si sono mosse, a corrente alternata, le trattative per il rinnovo del Ccnl degli studi professionali fino al 16 febbraio scorso, quando Confprofessioni (per la parte datoriale) e le controparti sindacali (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs) hanno raggiunto l’intesa sull’ipotesi di rinnovo del contratto triennale che coinvolge circa 1 milioni di dipendenti e che apre la strada a un profondo rinnovamento degli studi professionali, chiamati a rispondere alle sfide delle nuove tecnologie e a reagire a un mercato del lavoro appiattito sempre più sull’occupazione dipendente. E proprio in questa direzione il nuovo contratto rappresenta una spinta verso l’innovazione nel lavoro professionale, codificando le più recenti regole del mercato del lavoro per valorizzare il capitale umano e intellettuale degli studi, anche attraverso un deciso potenziamento del welfare, che da sempre caratterizza la storia contrattuale degli studi professionali.
Certo, in un Paese come l’Italia che si colloca fanalino di coda in Europa nella classifica delle retribuzioni (come certifica l’Eurostat), la questione salariale assume una certa rilevanza. L’ipotesi di rinnovo contrattale previsto dalle parti ha trovato un punto di equilibrio tra le esigenze dei lavoratori e dei datori di lavoro, sebbene fortemente condizionato dalla corsa dell’Ipca (l’indice dei prezzi al consumo armonizzato utilizzato nella contrattazione collettiva per adeguare i salari all’inflazione), e anche dal lungo periodo di “vacatio” contrattuale.
Sotto l’impulso di Confprofessioni, il Ccnl degli studi professionali è diventato nel corso degli anni il contratto di riferimento per l’intero settore professionale, con il più ampio grado di applicazione a livello nazionale, come confermano le rilevazioni svolte dal Cnel e dall’Inps. L’azione di rappresentanza della Confederazione ha portato ad una estensione del perimetro di copertura all’intero campo delle nuove professioni disciplinate dalla legge 4/2013; parallelamente si è guardato all’evoluzione normativa e organizzativa degli studi, in particolare le società tra professionisti, per agevolare i processi di aggregazione, anche multidisciplinari. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le caratteristiche e le peculiarità nuovo contratto.
Profili professionali
Le parti hanno sottoscritto un impegno ad avviare un gruppo di lavoro per analizzare le dinamiche del settore che potranno portare alla definizione di nuovi profili professionali da inserire nella disciplina contrattuale. Nell’attuale rinnovo ha trovato collocazione la nuova disciplina dei profili dell’area odontoiatrica, con la figura del CSO, collaboratore di studio odontoiatrico.
Contrattazione di secondo livello
Grande attenzione viene posta alle relazioni sindacali di livello decentrato, nella consapevolezza che le parti possano adattare la normativa contrattuale alle specificità territoriali o aziendali. Nella contrattazione di secondo livello si potranno definire intese sulle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, l’orario e l’organizzazione del lavoro. Gli obiettivi sono molteplici: favorire l’incremento della produttività del lavoro; consentire la gestione di crisi settoriali, nonché l’emersione, la stabilizzazione e l’incremento dell’occupazione. Possibile è anche l’introduzione di norme connesse alle attività stagionali. Da segnalare poi la previsione di costituire articolazioni territoriali della bilateralità nazionale, definite sportelli, a cui possono essere attribuiti funzioni importanti in ambiti strategici come la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e il sostegno al reddito.
Welfare e politiche attive
Il welfare e la bilateralità di settore sono un marchio di garanzia del contratto degli studi professionali, il primo a introdurre nel panorama della contrattazione collettiva un sistema di welfare contrattuale, per assicurare prestazioni a favore della maternità e della paternità e, più in generale, a sostegno del nucleo familiare dei lavoratori. Un assetto di tutele che è cresciuto costantemente nel corso degli anni e che copre un’ampia gamma di fabbisogni di lavoratori e professionisti. Il potenziamento degli strumenti di welfare è uno dei criteri guida del nuovo Ccnl che introduce norme particolarmente innovative:
- Il potenziamento della contribuzione della bilateralità è di 7 euro di cui 5 euro a Cadiprof, per estendere le coperture sanitarie anche ai familiari dei dipendenti, e 2 euro a Ebipro per ampliare le misure di sostegno alle esigenze dei lavoratori. Complessivamente il contributo unificato mensile, per dodici mensilità è di 29 euro, di cui 2 a carico lavoratore.
- L’introduzione di una giornata di permesso ai lavoratori per effettuare attività di prevenzione previste da piano sanitario di Cadiprof.
Il potenziamento della bilateralità mira a soddisfare la crescente domanda che nasce dagli studi sul fronte del welfare e delle politiche attive. Il nuovo Ccnl impegna la bilateralità per promuovere forme di copertura sanitaria e di welfare anche in caso di sospensione dell’attività lavorativa; rafforzare gli strumenti di sostegno al reddito attraverso il Fondo di solidarietà per le attività professionali; valutare la realizzazione di un sistema di supporto alla ricerca dell’occupazione; individuare attraverso Fondoprofessioni percorsi mirati di riqualificazione professionale per i lavoratori interessati da interventi di sostegno al reddito.
Apprendistato
Per la prima volta in sede contrattuale viene inserita una regolamentazione di tutte le tipologie di apprendistato. Assumono particolare rilievo in questo rinnovo le disposizioni riguardanti l’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, strumento di grande valore per avvicinare i giovani al mercato del lavoro del settore delle attività professionali e quelle relative all’apprendistato di terzo livello che, in particolare nella sua articolazione dell’apprendistato per il praticantato, è utile per fornire tutele a coloro che aspirano a svolgere la libera professione.
Lavoro a termine
Importanti novità riguardano anche il lavoro a termine. Preso atto dei più recenti mutamenti legislativi, il nuovo contratto recepisce e declina contrattualmente le regole rimesse alle parti sociali. Per quanto riguarda le causali che legittimano il ricorso al lavoro a termine oltre i 12 mesi le parti hanno individuato le seguenti ipotesi:
- Incremento temporaneo
Si intende l’incremento temporaneo dell’attività lavorativa conseguente all’ottenimento da parte del datore di lavoro di incarichi professionali di durata superiore a 12 mesi o prorogati oltre i 12 mesi.
- Nuova attività
Si intende l’avvio di nuove attività o l’aggregazione o la fusione di attività per i primi 36 mesi dall’avvio della nuova attività, aggregazione o fusione.
Mercato del lavoro
Il Ccnl degli studi e delle attività professionali si è sempre caratterizzato per la previsione di strumenti di flessibilità che favoriscono l’accesso di determinate categorie di lavoratori al mercato del lavoro del settore. Il riferimento è in particolare al lavoro a chiamata e al contratto di reimpiego che ha la finalità di favorire l’assunzione di over 50, donne e disoccupati di lunga durata stabilendo agevolazioni sul piano retributivo. Viene altresì regolamentato in maniera compiuta lo smart working strumento di grande utilità nell’ambito degli studi professionali ed è confermata anche per il presente rinnovo la disciplina della maturazione graduale dei permessi ROL per i lavoratori neo assunti.
Aumenti contrattuali
La durata del Ccnl è triennale con scadenza il 28 febbraio 2027. A regime, l’aumento complessivo al terzo livello è di 215 euro, da riparametrare per gli altri livelli. L’una tantum a copertura del periodo di vacanza contrattuale è di 400 euro, erogabile anche in welfare. A partire dal mese di gennaio 2025 l’indennità di maternità obbligatoria è integrata dal datore di lavoro fino a raggiungere il 90 % della retribuzione.
Il rinnovo del Ccnl degli studi professionali
Aumento salariale a regime 215 euro (III livello)
1 tranche 105 euro – 1° marzo 2024
2 tranche 45 euro – 1° ottobre 2024
3 tranche 45 euro – 1° ottobre 2025
4 tranche 20 euro – 1° dicembre 2026
Una tantum 400 euro
1 tranche 200 euro – maggio 2024
2 tranche 200 euro – maggio 2025